
Francesca nasce a Torino nel 1988. All’età di 3 anni si trasferisce ad Airasca, ed è lì che vive il primo pezzo della sua vita: frequenta il liceo scientifico a Pinerolo e poi si laurea in Lettere.
“Il mio sogno era quello di lavorare nell’editoria. Avevo già frequentato un corso presso una casa editrice e curato l’editing di un libro”, mi racconta questa piccola grande donna mentre passeggiamo nella stalla tra le sue capre. Perché ora la sua vita non profuma più di inchiostro e libri, ma di latte e formaggio. Com’è successo tutto questo? Ora te lo racconto.
Finita l’università, un momento difficile, la spinge verso un mondo completamente diverso. Si sa che la vita è una strada e, a volte, occorre abbandonare quella principale per riscoprirsi migliori altrove.
La nostra protagonista trova lavoro presso una villa con un B&B e un’area dedicata ai matrimoni. Qui inizia un periodo bellissimo: questo posto e il bel rapporto con la titolare, una marchesa, le fanno riscoprire una nuova Francesca.
Proprio lì conosce anche Ivan, il suo attuale marito. Dopo un anno di corteggiamento, finalmente decide di uscire a cena con lui, e quando capisci in poco tempo di avere davanti la persona giusta, è l’amore a guidarti verso una nuova meta. A luglio inizia questa bellissima storia d’amore e, a ottobre, lascia tutto e si trasferisce vicino a Fossano, nella casa di Ivan, in località Murazzo, Fossano.


Arriva presto la prima figlia e, per tre anni, il tempo sembra fermarsi. Francesca inizia ad abituarsi a questa nuova vita, un ambiente per lei sconosciuto.
“Non avevo mai avuto un animale. Vivevo in un appartamento e per me la vita in natura era tutta da scoprire”, racconta. Ma qualcosa cambia quando i genitori di Ivan decidono di vendere le mucche dell’allevamento di famiglia: le stalle restano vuote.
Lasciarle così non aveva senso e, quasi per gioco, a marzo del 2020, in pieno lockdown, arriva la prima capretta, Castagna, che ancora oggi scorrazza con le altre e produce latte.
Arriva presto la prima figlia e, per tre anni, il tempo sembra fermarsi. Francesca inizia ad abituarsi a questa nuova vita, un ambiente per lei sconosciuto.
“Non avevo mai avuto un animale. Vivevo in un appartamento e per me la vita in natura era tutta da scoprire”, racconta. Ma qualcosa cambia quando i genitori di Ivan decidono di vendere le mucche dell’allevamento di famiglia: le stalle restano vuote. Lasciarle così non aveva senso e, quasi per gioco, a marzo del 2020, in pieno lockdown, arriva la prima capretta, Castagna, che ancora oggi scorrazza con le altre e produce latte.
Nel giro di poco tempo, le capre aumentano: acquistate già gravide, danno vita a un piccolo allevamento e iniziano a produrre latte. Inizialmente il latte viene venduto, ma Francesca, senza un vero motivo, semplicemente per la voglia di fare qualcosa di creativo e manuale, inizia da autodidatta a produrre i primi formaggi.


“Libri e tutorial sul web mi hanno aiutata a iniziare questo nuovo lavoro. Ho sperimentato tanto, sbagliato molto, ma poi alla fine ci sono riuscita! Perché strada facendo ho capito che mi piaceva davvero sia il rapporto con i miei animali sia fare il formaggio!”Ci sono voluti due anni prima che nascesse il caseificio: il piccolo regno di Francesca, dove lavora e crea da sola. Uno spazio ridotto, dove il latte fresco viene trasformato dalle sue mani in ottimi formaggi.
Ci sono voluti due anni prima che nascesse il caseificio: il piccolo regno di Francesca, dove lavora e crea da sola. Uno spazio ridotto, dove il latte fresco viene trasformato dalle sue mani in ottimi formaggi.
A luglio 2022 apre “Il Ciabot ed Cesca”.
“All’inaugurazione c’era molta gente. La cosa che più mi è piaciuta è stato sentire che i miei formaggi erano buoni. Complimenti sinceri e non di circostanza che mi hanno fatto capire di aver preso la strada giusta!”La nuova vita di Francesca non è facile. Quando sono arrivate le capre ed è arrivato il momento dei parti, anche lei era in attesa della sua seconda bambina. Ma quando una passione ti cresce dentro, non c’è nulla che possa fermarti. Non tornerebbe indietro: non potrebbe più vivere in città né in un appartamento.
“Al mattino, io e mio marito, che nonostante abbia un altro lavoro è il mio braccio destro, ci alziamo alle 4: lui va a mungere e io stiro!”, mi dice Francesca con un sorriso. Le piace crescere le sue bambine in un posto dove possono vivere a contatto con gli animali e la natura. Soprattutto, questo lavoro le dà moltissime soddisfazioni: “Meglio di un 30 all’università!”, dice ridendo.


Qui c’è tutto il processo: si parte dal benessere degli animali in stalla, che producono un latte di qualità, e di conseguenza il formaggio risulta buono e genuino.
“Mi piace trasmettere i nostri valori e specificare che lo stesso latte e gli stessi formaggi che vendiamo ai clienti sono, prima di tutto, i prodotti che consumiamo noi e le nostre bambine. Quindi non possono che essere eccellenti!”
Francesca adora incontrare persone, mostrare dove produce i suoi formaggi, far conoscere gli animali e spiegare ai consumatori la differenza tra il suo formaggio e quello industriale. In cascina c’è un piccolo punto vendita dove si possono trovare le sue delizie, aperto tutti i venerdì pomeriggio e il sabato per l’intera giornata.
“Il nostro non è un lavoro, ma uno stile di vita.”
Questa frase, detta con fierezza, mi ha fatto capire quanto il piccolo grande mondo di questa giovane casara le sia entrato nel cuore e come lei abbia scelto di farlo suo, migliorandosi sempre di più con l’umiltà di non sentirsi mai arrivata.
Non sapeva nulla di allevamento, animali o formaggio, ma ci ha messo cuore e volontà, e quest’anno il suo Blu di Capra ha vinto la medaglia d’oro al Concorso ONAF.


“Non sono nata contadina, tanto meno allevatrice, e quando sono arrivata qui era tutto nuovo. Mi canzonavano chiamandomi ‘Cesca’, un nomignolo che è rimasto nel nome dell’azienda e che oggi rappresenta il simbolo della mia trasformazione.”
Trovi contatti e informazioni su https://www.instagram.com/CiabotedCesca
Ci sono persone che supportano Francesca in tutto questo: suo marito e i suoi suoceri. Il suo ringraziamento speciale va però a Sandro Gallina, un mentore che le ha dato la spinta per diventare un’ottima casara. Le ha insegnato molto e, credendo in lei, le ha aperto la strada.
Oggi Francesca produce pochi formaggi, ma di altissima qualità. Il suo cavallo di battaglia? Il Tumin d’la Bastia, un cacio-ricotta che fa solo lei.
Una bella storia di rinascita e riscoperta, che vede una donna trovare un nuovo stile di vita e immergersi in una realtà che l’ha trasformata in un esempio per chi pensa che sia impossibile cambiare e creare nuovi sogni.

2 Comments
Che bella questa storia, grazie per averla condivisa!
È sempre un piacere leggerti. Buona vita Cinzia
parole di trasformazione che sanno far respirare largo.
Buona vita Cesca!