Alice è nata nel 1994, e di quei giorni conserva solo i racconti. «Mi dicono che da piccola stavo spesso in negozio, ma non ho ricordi» racconta. «Ho solo qualche foto dei miei nonni, nessuna mentre lavoravano: una di mio nonno che stira i grissini, di mia nonna neppure una dietro al banco».
Eppure, un giorno, la storia ha bussato di nuovo. Non come un dovere, ma come una chiamata.
> «Non so spiegare perché, ma mi è venuto un bisogno improvviso di avere qualcosa di mio. Ho lavorato per anni in azienda, in uno studio legale, poi nel settore amministrativo, eppure sentivo che mi mancava qualcosa. Volevo mettermi in gioco, rischiare, fare qualcosa per me stessa. Forse mio nonno avrebbe sorriso: per anni mi ha detto che avrei dovuto riaprire la loro attività, e io gli rispondevo “mai nella vita!”. E invece eccomi qui».
Una bottega di paese in Valle Stura che torna a vivere


Ci sono luoghi che non si arrendono. Anche quando le serrande restano abbassate per anni, anche quando la polvere sembra avere vinto, sotto quella patina di silenzio resta un cuore che continua a battere piano, in attesa di qualcuno che torni ad ascoltarlo.
Nel piccolo paese di Moiola, in Valle Stura, quel cuore era la vecchia bottega dei nonni di Alice. Panetteria e alimentari, dove c’era profumo di grissini e mani infarinate, la voce della nonna al banco e quella del nonno che impastava nel retro. Nel 1999 la serranda si era abbassata per l’ultima volta. Da allora, per più di vent’anni, quel piccolo locale è rimasto lì, chiuso, come una parentesi sospesa tra passato e presente.

Sabato 4 ottobre ha riaperto la bottega. Ha tolto la polvere, lasciato intatti i pavimenti originali, ma per il resto ha ricostruito tutto: impianti, bancone, scaffali, colori. «Avevo solo i muri e il pavimento» dice. «Il resto è nuovo, ma ho voluto mantenere l’anima di un tempo».
Nel paese di Moiola, che sembrava essersi un po’ assopito, qualcosa si è riacceso. «Non mi aspettavo un’accoglienza così. Tutta la gente del paese, gli amici, i curiosi: è stato un calore che non dimenticherò. Io sembro grintosa, ma in realtà sono timida, e trovarmi al centro dell’attenzione quel giorno è stato difficilissimo. Però lavorare in mezzo a quella folla, vedere la gente felice di esserci … è stata un’emozione incredibile».
“Una bottega che torna a essere cuore della comunità”
Tra gli scaffali oggi ci sono prodotti artigianali e locali, ma anche i classici che servono ogni giorno. «Non produco niente, almeno per ora» spiega Alice. «Ho scelto i fornitori un po’ seguendo il mio gusto, un po’ grazie ai consigli di chi ha creduto in me. Ho trovato persone meravigliose, serie e disponibili. Non è scontato, oggi».
Questa ragazza si è davvero messa in gioco, ha imparato tutto da zero per aprire questa bottega di paese in Valle Stura. Mentre parlo con lei, sorridente e a suo agio tra queste mura, entrano parecchi clienti. Molti sono anziani del posto, felici di poter trovare di nuovo il pane ogni giorno e di poter fare la spesa senza doversi spostare in un altro paese. «Finalmente di nuovo una bottega!» dice una signora entrando. Arriva con la sua borsa e fa la spesa per qualche giorno. Alice le apre la porta, la saluta con un sorriso. Qui l’accoglienza di Alice fa la differenza,
Radici , semplici scelte, comunità

E in effetti è proprio la semplicità che qui tiene insieme tutto: quella delle scelte, dei gesti, dei legami. Perché una piccola bottega di paese non è solo un posto dove fare acquisti, ma diventa luogo di comunità, dove scambiare due parole e, per alcuni, sentirsi meno soli. Quando in una cittadina alpina manca il bar e il negozio, qualcosa si spegne.
Scopri di più sul territorio alpino e le sue Valli e del piccolo paesino di Moiola sul sito ufficiale https://www.visitcuneese.it
Oggi Alice ha trentun anni e un piccolo negozio che profuma ancora di pane e di memoria. Non sa se sarà “per tutta la vita”, ma sa che era il momento giusto per provarci. «Ho fatto un matrimonio non da poco con la banca» scherza, «ma fa parte del gioco. Volevo mettermi in gioco, e adesso ci sono». Sono sicura che questo posto avrà una lunga strada, che le paure di Alice di non avere clienti saranno superate, perché il paese dove ci sono le sue radici aspettava da tempo l’apertura di una bottega e tutti, con piccoli o grandi acquisti, la sosterranno proprio come hanno fatto con la grande partecipazione il giorno dell’apertura.
Nel frattempo Moiola, grazie a lei, ha riaperto una finestra sul suo passato. E forse, in quell’odore di legno e farina, c’è anche il sorriso di due nonni che, da qualche parte, si saranno detti: «Hai visto? È tornata la nostra bottega».
Leggi anche https://www.cinziadutto.com/2022/03/21/debora-quando-il-passato-bussa-e-diventa-il-tuo-presente/ un’altra storia di una bottega unica chiusa da tempo e riaperta da Debora.











































































































